“Finalmente anche il Ministero della Salute e le Regioni ammettono quello che noi ripetiamo da tempo: la Legge sulla Concorrenza è una legge mal fatta, approvata frettolosamente dopo essere stata ferma in Parlamento per anni, e che rischia di prestare facilmente il fianco al contenzioso, oltre a lasciare seri dubbi procedurali”.
Con queste parole il presidente della Commissione Albo Odontoiatri (Cao) nazionale, Giuseppe Renzo, commenta le dichiarazioni rilasciate dal Capo di Gabinetto del Ministero della Salute, Giuseppe Chiné, e da Loredano Giorni, responsabile della Farmaceutica della Regione Piemonte, nel corso del seminario promosso dalla Fofi (Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani) sul tema “Legge sulla concorrenza: società di capitali, professioni e farmacia” e svoltosi lunedì scorso nelle Sale del Senato.
Giuseppe Chiné ha infatti annunciato in quell’occasione che il Ministero ha intenzione di chiedere, su alcune criticità della legge che rischiano di dare origine a un contenzioso cospicuo in termini di ricorsi al Tar da parte dei farmacisti, delle Asl e anche dei soci di capitale, un parere al Consiglio di Stato, per chiarire i molti punti oscuri e prevenire o dirimere il contenzioso stesso.
“Se ci rendiamo conto che la norma va chiarita, dobbiamo pensare ai correttivi. E questa ci sembra la strada più rapida per dirimere il contenzioso” ha affermato infatti Chiné.
Ancora più forti le dichiarazioni di Loredano Giorni, che è intervenuto in rappresentanza del coordinatore degli assessori alla Salute della Conferenza delle Regioni, Antonio Saitta, che è anche assessore alla Salute del Piemonte.
“Un parere del Consiglio di Stato? – è infatti sbottato Giorni – Se la legge fosse stata fatta bene, non ci sarebbe stato bisogno di alcun parere”.
“Ora però il danno è stato fatto – commenta Renzo -. E adesso? Chi tutelerà il diritto alla Salute del cittadino?”.
“Ogni giorno – continua amareggiato – riceviamo lettere di pazienti che scrivono a noi, scrivono a me personalmente, per raccontare di essere stati danneggiati da ‘cliniche’ e strutture di dubbia professionalità, per chiedere aiuto all’Ordine, perché intervenga in qualche modo. Ebbene, dobbiamo dirlo: sulle società di capitali l’Ordine non ha né avrà alcun potere, perché non saranno iscritte agli Albi. I senatori Mandelli e D’Ambrosio Lettieri avevano proposto di creare una sezione speciale, così come avevano proposto di versare alle Casse dei professionisti una percentuale degli utili, ma i loro emendamenti sono stati respinti. Questa Legge non risponde infatti alle logiche etiche della Professione, né a quelle di tutela della Salute. Basterà l’ombrello dell’articolo 32 a tutelare i cittadini? Noi non siamo sicuri che questo ombrello non abbia subito strappi da una Legge frettolosa e malriuscita, tanto da non difendere, per le molte contraddizioni, neppure i principi della libera concorrenza che avrebbe dovuto invece garantire, figuriamoci quelli della tutela della Salute”.
Fonte: fnomceo.it