di Giulia Grillo, Ministro della Salute
Da quando sono ministro della Salute mi sono subito concentrata sul tema della carenza di medici, ereditato da anni di disattenzione dei precedenti governi e da un’errata programmazione. Stiamo già lavorando su norme per sbloccare le assunzioni, superamento del numero chiuso in Medicina e misure per mandare via i dirigenti politicizzati, premiando invece merito e reali competenze.
In tantissime aree del Paese, per alcune discipline medico specialistiche i concorsi vanno deserti, i candidati non partecipano (come nel caso di Parma con zero partecipanti) e quasi ovunque partecipa un numero esiguo.
Sapete perché? Le norme che regolano l’accesso al nostro Servizio sanitario nazionale hanno da decine di anni previsto che un medico debba avere per forza una formazione dopo la laurea e l’esame di stato, peccato però che si sono fatti male i conti e non hanno formato sufficiente numero di specialisti e medici di medicina generale.
Il risultato è che in tutti questi anni, mano a mano che il problema cresceva e la politica lo ignorava, ogni Regione e ogni ASL si è barcamenata inventando soluzioni “creative” quasi mai un normale contratto di lavoro stabile.
Per risolvere il problema e per non arrivare al blocco o all’interruzione dei servizi, dobbiamo agire riformando in maniera strutturale il sistema di formazione e di accesso, ma serve tempo. Per tamponare la situazione, stiamo lavorando a una misura urgente che consenta di partecipare ai pubblici concorsi ai medici che hanno maturato un’adeguata esperienza nell’area dell’emergenza, seppur con contratti precari e senza specializzazione. Non vogliamo che chi ha salvato fino ad ora il sistema rimanga fuori per norme inadatte. Questa è la filosofia dello #sbloccaconcorsi per dare più peso alla reale competenza che alla carta.
A volte se i migliori cervelli fuggono all’estero, è anche colpa nostra. E io non voglio più che accada!
Non nascondiamoci dietro un dito, gli stipendi in tanti altri Paesi che oggi rubano i nostri migliori professionisti, sono più alti. La prossima settimana ho convocato al Ministero i sindacati proprio sul tema del contratto, fermo da quasi 10 anni.
Ci stiamo occupando però della questione formazione del personale medico, sia sulla formazione pre-laurea che post. Infatti, oggi le norme che regolano l’accesso alla facoltà di Medicina possono essere migliorate, c’è il rischio che resti fuori chi magari sarebbe diventato un grande medico. Rivedremo le modalità di selezione, ad esempio prendendo spunto dal modello francese che prevede libero accesso al primo anno e sbarramenti successivi in modo da premiare il merito. Anche in questo modello ci sono dei pro e contro, ma può essere una buona base di partenza per migliorare il sistema attuale.
Per quanto riguarda il post laurea invece, stiamo strutturando una soluzione che si basa sul calcolo delle reali necessità del sistema in modo tale da evitare carenze e fughe dei nostri giovani in altri Paesi.
Un altro nodo che intendiamo sciogliere è quello dell’incompatibilità che non consente a un medico di famiglia (MMG) in formazione di svolgere altre mansioni. A 28 anni, dopo anni di studio intenso, con 800 euro al mese non si può pensare al futuro.
Vogliamo riportare la meritocrazia nella sanità e mettere in cantiere riforme strutturali che riportino il Servizio sanitario nazionale ad un livello superiore. Dopo 30 anni di immobilismo e cattive riforme, non è facile, ma ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile e presto si vedranno i primi risultati. Alla sanità non bisogna tagliare fondi, ma i dirigenti nominati dalla politica, è nel contratto e lo faremo.
La mia ristrutturazione del Servizio sanitario nazionale continua, e come dico sempre, siamo solo all’inizio. E nella legge di bilancio vedrete…
Fonte: ilblogdellestelle.it