Sistema tessera sanitaria, il fisco a Fnomceo: i medici non inviano dati. Il punto su numeri e possibili sanzioni

Il 18 gennaio l’Igespes, Ispettorato generale per la spesa sociale della ragioneria dello Stato, ha avvertito la Fnomceo: solo il 15% dei medici e dei dentisti iscritti agli albi ha spedito all’Agenzia delle Entrate i dati dei pazienti attraverso il sistema tessera sanitaria. A tredici giorni dalla scadenza la percentuale doveva suonare irrisoria, e la Federazione ha scritto gli ordini perché sollecitassero gli iscritti. Al sistema Ts vanno inviati online i dati delle fatture per l’attività libero professionale, con gli estremi dei destinatari affinché questi ultimi si ritrovino la detrazione delle spese fatte già nel modello 730 precompilato dal Fisco. Quest’anno tra l’altro per la prima volta in un triennio la scadenza non è slittata alla prima settimana di febbraio. Peraltro, il dato del 15% appare allarmante: su circa 400 mila iscritti Fnomceo un 15% sono odontoiatri, per gran parte liberi professionisti, e gli altri? In realtà, fanno sapere dalla Fnomceo, dopo la comunicazione della Federazione agli Ordini agli Omceo, nel giro di una settimana la percentuale di medici che aveva spedito i dati era risalita al 30%. «Io non so quali dati avesse l’Igespes», premette Guido Marinoni membro del comitato centrale Fnomceo, medico di famiglia ed esperto di temi fiscali. 

«Occorre però distinguere tra iscritti agli albi medici e odontoiatri ed esercenti le due professioni che svolgendo l’attività libero professionale si sono segnalati al sistema Ts, tra questi una maggioranza dovrebbe ragionevolmente spedire i dati entro il 31 gennaio, e noi siamo aggiornati ad alcuni giorni prima. Inoltre – aggiunge Marinoni – gran parte dei medici e dei dentisti per l’adempimento si affidano a commercialisti e non so questi ultimi con quale criterio spediscano, ad esempio se durante il mese o a fine mese, ma credo che con il 31 gennaio i numeri relativi ai medici e dentisti tenuti a spedire e quelli dei professionisti che hanno spedito i dati si siano molto avvicinati tra loro. Del resto, gli ordini sono stati avvertiti e hanno fatto la loro parte nell’informare, in un contesto nevralgico: queste fatture che vanno al sistema Ts non vanno compilate elettronicamente e spedite tramite sistema di interscambio (SDI) del Ministero dell’Economia come le altre che riguardano il lavoro autonomo».

Per chi non ha spedito i dati dei pazienti: non si inviano al sistema Ts i dati delle fatture riferite a prestazioni per le quali il paziente ha espresso la richiesta di evitare la spedizione; si inviano i dati in tutti gli altri casi; per omessa, tardiva o errata trasmissione c’è la sanzione di euro 100a comunicazione, fino ad un massimo di euro 50 mila, equivalente a un tetto di 500 fatture. Nei casi di errata comunicazione ci si può ravvedere spedendo nei 5 giorni successivi alla scadenza, ovvero, in caso di segnalazione dell’Agenzia delle Entrate, entro i 5 successivi all’avviso in proposito. Evitano invio al sistema Ts (e sanzione) i medici ospedalieri per l’attività libero professionale intramoenia, equiparata a dipendenza; non la evitano i medici territoriali, che, spiega Marinoni, «anche se utilizzano una cooperativa di servizio che riscuote loro eventuali proventi libero professionali in modo accentrato, sono intestatari della fattura e come tali tenuti personalmente alla spedizione del documento. Solo in qualche raro caso l’intestatario della fattura è l’ente di cui il medico si avvale (studio associato, forme societarie, cooperative sociali)».

Fonte: doctor33.it