È legittima la sanzione disciplinare irrogata ad un dentista che, operando sotto il nome
di una società, a lui riconducibile e in realtà non autorizzata e inattiva, pubblicizzava la
realizzazione di impianti, corone e protesi mobili, utilizzando termini – quali, per
esempio, «servizio low cost» e «gratis» – tali da attrarre la clientela con costi molto
bassi, incompatibili con la dignità e il decoro della professione. A confermarlo è la
Cassazione con ordinanza 27 settembre 2024, n. 25820.