Emilia Romagna. Esercizio abusivo della professione sanitaria. In 6 mesi scoperte 60 strutture non in regola e denunciate 22 persone

Un bilancio degli ultimi 6 mesi di attività di indagine dei Carabinieri del N.A.S. di Bologna nell’ambito del contrasto dell’esercizio abusivo delle professioni sanitarie. Il più alto numero di casi nella provincia di Bologna

 

15 MAG – Pseudo dietologi che prescrivevano diete dimagranti; odontotecnici e assistenti alla poltrona colti nello svolgimento di mansioni di esclusiva pertinenza dell’odontoiatra; pseudo-fisioterapisti, che agivano su pazienti con difficoltà motorie; pseudo infermieri.

Ci sono tutte le più comuni fattispecie dell’esercizio abusivo di professione sanitaria nel bilancio degli ultimi 6 mesi di attività di indagine in questo ambito diffuso dai Carabinieri del N.A.S. di Bologna.

L’attività nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, nel secondo semestre del 2017 e nei primi mesi dell’anno, ha permesso di identificare 60 strutture (studi medici, studi dentistici, studi fisioterapici) non in regola.

Complessivamente sono state 22 le persone denunciate a piede libero per avere svolto o tollerato l’esercizio abusivo della professione medica.
Cinque persone che nel ferrarese, svolgevano, all’interno di due strutture ricettive per anziani, la professione sanitaria di infermiere in assenza di titoli di abilitazione dello Stato.

Tredici sono stati scoperti nel bolognese: falsi dentisti che operavano nel cavo orale dei loro pazienti con la complicità del medico, un biologo che prescriveva presso un centro estetico, piani alimentari e diete dimagranti; un fisioterapista che praticava massaggi terapeutici, laserterapia e tecarterapia in assenza di titoli abilitativi; un medico che aveva sottratto e fatto uso improprio di farmaci ad azione anestetizzante.

Nella provincia di Forlì-Cesena sono stati invece 4 le persone denunciate: tutti odontotecnici che svolgevano mansioni riservate prettamente al medico-dentista, truffando gli ignari pazienti. Sottoposte a sequestro due strutture sanitarie del valore complessivo di 1 milione di euro, in quanto prive dei requisiti organizzativi e strutturali previsti dalla normativa vigente.

Fonte: quotidianosanità.it