Dopo aver ottenuto il nulla osta del Ministero del Lavoro, è stata pubblicata la circolare che rende operativa la disciplina del cumulo contributivo gratuito previsto dalla legge di bilancio 2017. Oliveti: «Soddisfazione, ma parte dei costi potrebbe ricadere sui giovani». Cosmed: «Finalmente certezza, ma sugli importi serve approfondimento»
Finalmente chiarezza sul meccanismo del cumulo contributivo che teneva in ansia anche tanti medici e operatori sanitari. Dopo oltre 10 mesi di attesa, è stata pubblicata la circolare dell’Inps (LEGGI QUI LA CIRCOLARE INPS) con le istruzioni operative necessarie per dare operatività alla disciplina prevista dalla legge di bilancio 2017 che consente il cumulo gratuito dei contributi versati in casse previdenziali differenti ai fini del calcolo degli anni di contribuzione necessari per la pensione. Sembra destinato però a saltare il cosiddetto “tombolone” che aveva fatto sperare tanti in un allargamento della quota retributiva dell’assegno previdenziale.
La circolare precisa che per quanto riguarda la pensione di vecchiaia in cumulo, nei casi in cui i regolamenti delle Casse private prevedano requisiti minimi per la pensione di vecchiaia in cumulo diversi e più elevati rispetto a quelli ordinari, i periodi contributivi non coincidenti presso gli Enti di previdenza privati sono comunque validi ai fini della maturazione del diritto alla pensione. Sarà poi l’Ente a procedere alla liquidazione della propria quota di pensione, ma solo al momento dell’effettiva maturazione di tutti i requisiti previsti dal proprio ordinamento. Quindi, in sostanza, la liquidazione del trattamento pro quota in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati, avverrà solo al conseguimento dei requisiti anagrafici e contributivi previsti dall’ordinamento di ogni gestione. Tuttavia, sebbene l’erogazione della pensione, in virtù di requisiti di vecchiaia diversi, possa avvenire in diverse tranche, la pensione in regime di cumulo costituisce un’unica pensione e pertanto gli istituti giuridici connessi al trattamento pensionistico (quali la perequazione automatica, l’integrazione al trattamento minimo, la quattordicesima o la maggiorazione sociale) vengono liquidati con riferimento al trattamento unico complessivamente considerato. Infine, la circolare specifica che il pagamento dei trattamenti pensionistici in regime di cumulo è effettuato dall’INPS, ma è subordinato alla stipula di una apposita convenzione con gli Enti interessati. Questa fase è già stata avviata dall’Istituto in collaborazione con le Casse professionali.
Il Presidente dell’Enpam Alberto Oliveti ha espresso al Sole 24 Ore soddisfazione per la pubblicazione della Circolare, sottolineando come con questo sistema «si raggiunga un obiettivo di civiltà». Tuttavia, Oliveti sottolinea il rischio che una quota del costo del cumulo non ricada sull’Inps ma sui professionisti, o meglio sulle casse di previdenza, a partire dall’Enpam. Se così fosse, a pagare saranno i più giovani, costretti a sostenere l’aumento di esborso delle casse previsto dal cumulo. Inoltre, il Presidente ha sottolineato di essere «perplesso» per il fatto che «l’Inps diventi ente erogatore di prestazioni proprie delle Casse».
Secondo alcune fonti, sarà la Legge di Bilancio 2018 a chiarire se sono previsti fondi per coprire questi costi ulteriori a carico delle casse previdenziali.
La Cosmed, per voce del suo Segretario Nazionale Giorgio Cavallero, esprime soddisfazione per essere riuscita a portare a casa il diritto, liberando dall’incertezza migliaia di aspiranti pensionati. La Confederazione aveva però messo in risalto una conseguenza importante del cumulo: lo spostamento del regime retributivo dalla fine del 1995 alla fine del 2011, convertendo 16 anni di contributivo nel più vantaggioso retributivo. Come si legge in una nota della Cosmed, l’anzianità di iscrizione alle Casse viene riconosciuta ai fini dell’anzianità, ma non per raggiungere lo status giuridico, ovvero il compimento del diciottesimo anno di contribuzione al 31 dicembre 1995, che apre la strada al metodo di calcolo della pensione misto. Questo, secondo la Cosmed, comporterebbe una sorta di sterilizzazione degli effetti economici di dubbia legalità. Ci sarà tuttavia tempo e modo per discutere nelle sedi competenti del quantum economico.
Fonte: sanitainformazione.it