Per la sanità molte novità dal Consiglio dei ministri di ieri, oltre a quelle già anticipate nei giorni scorsi. Si conferma infatti l’impegno del ministro Grillo a cancellare il numero chiuso per l’accesso alla laurea in medicina come misura contro il rischio di una carenza di medici nei prossimi anni. E poi le misure per il payback farmaceutico, l’incompatibilità tra l’incarico di Presidente e quella di Commissario nelle Regioni in rosso e l’anagrafe vaccini.
16 OTT – Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera, oltre al decreto fiscale, anche un decreto per la “deburocratizzazione, la tutela della salute, le politiche attive del lavoro e altre esigenze indifferibili” che contiene alcune misure di interesse sanitario al quale si aggiungono altre norme per la salute inserite nel disegno di legge di bilancio 2019.
Tra queste quella che sta suscitando più scalpore è l’abolizione del numero chiuso per l’accesso al corso di laurea in Medicina. Il ministro della Salute Giulia Grillo l’aveva in effetti proposta nelle settimane scorse parlandone la prima volta in un lungo post sul Blog delle Stelle, un’idea che aveva trovato subito l’appoggio del vice premeir Salvini.
Ma poi non se ne era più parlato e, anche nelle anticipazioni pre consiglio dei ministri di ieri, di questa norma non veniva fatto alcun cenno, tant’è che stamattina alla lettura del comunicato stampa di Palazzo Chigi i primi ad essere stupiti pare siano stati proprio i titolari della Salute e del Miur che avrebbero appreso della decisione solo dalla stampa.
Ma vediamo in ogni caso le altre novità come descritte nel comunicato stampa diramato dal Governo:
Decreto Semplificazione
Disposizioni urgenti per la deburocratizzazione, la tutela della salute, le politiche attive del lavoro e altre esigenze indifferibili (decreto-legge)
Di seguito le misure previste per la sanità:
– transazioni con le aziende farmaceutiche per il ripiano della spesa farmaceutica;
– commissariamento delle Regioni in piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario (viene prevista l’incompatibilità della figura del commissario con qualsiasi altro incarico istituzionale presso la Regione);
– istituzione della Anagrafe nazionale vaccini, con l’obiettivo di monitorare i programmi vaccinali sul territorio;
– istituzione del fondo per la riduzione delle liste d’attesa.
Ddl di Bilancio 2019
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019 – 2021 (disegno di legge)
Di seguito le misure riguardanti le principali misure per la sanità e gli altri più significativi interventi previsti:
Liste d’attesa sanitarie – Si interviene per ridurre drasticamente le liste d’attesa con lo stanziamento, tra l’altro, di un fondo da 50 milioni per le regioni per gli interventi di abbattimento delle liste d’attesa. Inoltre, con l’istituzione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) digitale nazionale, si potrà monitorare quando effettivamente sono stati presi gli appuntamenti, in modo da evitare possibili episodi fraudolenti di indebito avanzamento nelle liste d’attesa.
Fondi per la salute – Si stanziano 284 milioni per i rinnovi contrattuali di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale e altri 505 milioni saranno attribuiti alle regioni per le spese farmaceutiche.
Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina – Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi.
Gestioni commissariali della Sanità – Si reintroduce l’incompatibilità tra la carica di commissario alla Sanità e ogni incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento.
Superamento della legge Fornero – Si abrogano i limiti di età per i pensionamenti previsti dalla legge Fornero, introducendo la “quota 100”: si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati, favorendo così chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e al contempo agevolando il necessario ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione e nel privato. Per le donne si proroga “Opzione Donna”, che permette alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, e 35 anni di contributi, di andare in pensione.
Reddito di cittadinanza – Si introdurrà una misura universalistica di sostegno al reddito, con la previsione che nessun cittadino abbia un reddito mensile inferiore ai 780 euro, che crescono in base al numero dei componenti della famiglia.
Pensione di cittadinanza – Le pensioni minime saranno aumentate fino a 780 euro, con una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi non lo è.
Pensioni d’oro – Si interviene sulle pensioni d’oro, sopra i 4.500 euro mensili, in modo da rimodulare i trattamenti pensionistici più elevati e renderli più equi in considerazione dei contributi versati.
Rilancio degli investimenti pubblici – Si stanziano 15 miliardi aggiuntivi nei prossimi 3 anni per rilanciare gli investimenti pubblici, soprattutto nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Si crea inoltre una task force per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d’investimento.
Task force per la qualità della spesa pubblica – Si crea una task force per la revisione di tutta la spesa pubblica. Il team analizzerà nel dettaglio ogni singola voce di spesa nel bilancio dello Stato per intervenire sugli sprechi ed efficientare la spesa, intervenendo, tra l’altro, su auto blu, voli di Stato e scorte.
Taglio agli sprechi – Si recuperano fino a 2 miliardi di euro grazie alla riorganizzazione della spesa, prevedendo l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di acquistare beni e servizi tramite Consip.
Fonte: quotidianosanità.it