Magro (CAO Prato): subito attivati per tutelare la salute dei pazienti e verificare le responsabilità degli iscritti
Secondo l’edizione locale de Il Tirreno, l’11 gennaio scorso la società In-Dent sarebbe stata dichiarata fallita dal giudice delegato Maria Novella Legnaioli. Sempre secondo il quotidiano, si sarebbe trattato di un società di servizi alla quale collaboravano odontoiatri con partita iva, una SaS con uno studio a Prato ed uno a Firenze. La titolare sarebbe l’ex moglie di uno dei dentisti che vi collaborava e che aveva assunto anche la direzione sanitaria.
Sempre secondo quanto pubblicato dalla stampa la “vasta clientela” dello studio a fine novembre sarebbe stata avvertita che lo studio sarebbe stato chiuso per ristrutturazione, in realtà -informa il giornale- perché aveva presentato istanza di fallimento. Fallimento inaspettato, scrive Il Tirreno, perché “la società in questione, peraltro, sembrava viaggiare a gonfie vele, con una solida clientela e una decina di collaboratori impegnati nei locali”.
Quotidiano che riporta i commenti di alcuni pazienti che dovevano terminare le cure iniziate e per alcuni anche già pagate. La situazione sarebbe ora in mano al curatore fallimentare nominato dal giudice che entro fine aprile dovrebbe mettere in vendita la società, negli stessi giorni è stata fissata l’assemblea dei creditori per valutare il passivo della società, nella stessa udienza i clienti e fornitori potranno far valere i loro diritti.
E sarebbero molti i clienti che hanno iniziato le cure, attivando un finanziamento ed ora si trovano con la cura da terminare e le rate da pagare. Secondo quanto l’avvocato William Dispoto (il legale di alcuni dei pazienti rimasti senza cure) ha dichiarato a Il Tirreno, la finanziaria versava subito alla società il totale della prestazione e poi incassava le rate dai pazienti. Legale che sta trattando con la finanziaria per sospendere il pagamento delle rate. Ma il problema sarà recuperare quelle già versate.
Sulla vicenda interviene, sempre sul quotidiano toscano, anche il direttore sanitario della struttura (direttore che a fine luglio, prima del fallimento, avrebbe dato le dimissioni dall’incarico) che smentisce il fatto che i suoi pazienti siano rimasti senza cure. “Ora mi sono appoggiato in uno studio di via Bologna e ho prestato assistenza, spesso gratis, ai clienti dello studio di viale Galilei”, ha dichiarato a Il Tirreno il dott. M.B.. “Se poi questi devono recuperare delle somme già anticipate, possono solo insinuarsi nel fallimento”.
Attiva già da tempo la CAO di Prato per tutelare la salute dei cittadini e verificare eventuali responsabilità degli iscritti. “Abbiamo raccolto le segnalazioni di alcuni pazienti –dice al telefono ad Odontoiatria33 il presidente CAO di Prato dott. Giuseppe Magro. “Ci siamo subito organizzati per cercare di risolvere le questioni legate alla salute dei pazienti rimasti senza cure e continueremo a farlo per tutti quelli che si rivolgeranno a noi. Stiamo anche verificando se gli iscritti coinvolti hanno delle responsabilità ed in particolare stiamo cercando di ricostruire la struttura societaria per appurare se tra i soci della SaS vi siano iscritti all’Albo”.
Fonte: odontoiatria33.it