Così il presidente della Federazione, Filippo Anelli ,commenta la proposta emersa questa mattina durante il Congresso della Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), e ripresa dal Dg Aifa Mario Melazzini. “È una questione di garanzia nei confronti dei nostri pazienti e dei nostri sistemi sanitari: in tutti i paesi dove si è attuato il task shifting, il risultato è stato un abbassamento di qualità dei Servizi Sanitari”.
07 MAR – “Diciamo un no forte e chiaro al task shifting, al trasferimento delle competenze professionali dal medico ad altre figure sanitarie. Le competenze del medico non gli derivano da investitura soprannaturale, ma sono acquisite in ragione di percorsi formativi condivisi da tutte le istituzioni e gli attori coinvolti: dal Parlamento, dal Governo, dal Ministero della Salute e dal Miur, dalla Conferenza Stato Regioni, dalle Università, dagli Ordini, dai rappresentanti dei professionisti del Servizio Sanitario Nazionale. È una questione di garanzia nei confronti dei nostri pazienti e dei nostri sistemi sanitari: in tutti i paesi dove si è attuato il task shifting, il risultato è stato un abbassamento di qualità dei Servizi Sanitari”.
Così il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli commenta la proposta, emersa questa mattina durante il Congresso della Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), ripresa dal Dg Aifa Mario Melazzini, ‘di studiare forme di ‘prescrizione’ di medicinali da parte degli infermieri’.
“La prescrizione non è un fatto automatico, ma è la conclusione di un percorso articolato che passa attraverso la diagnosi, anche differenziale – spiega Anelli – Non può essere un momento avulso dalla valutazione complessiva del malato, non può essere estrapolata dalla relazione di cura tra il medico e il suo paziente. Anche nell’ambito della cronicità: ogni volta vanno valutati aggiustamenti terapeutici, vanno monitorate le risposte del paziente e messe in conto le eventuali interazioni, se il malato, come sempre più spesso accade, è in politerapia. È una garanzia per la salute del paziente, è una questione di appropriatezza, di efficacia e di buon funzionamento per il Servizio Sanitario Nazionale”.
“Proprio ieri, nell’ambito del I Congresso Fnopi, abbiamo stretto un’alleanza per continuare a approfondire la partnership tra le nostre professioni, ma questo è possibile solo nel rispetto delle rispettive e sostanzialmente diverse competenze – conclude Anelli – . La collaborazione con l’Ordine degli Infermieri può e deve esprimersi anche nella gestione della terapia, e nei progetti di miglioramento dell’aderenza terapeutica. Ma la ‘prescrizione’, con qualunque nome si scelga di chiamarla, è e non può che rimanere atto medico”.
Fonte: quotidianosanità.it