Il fallimento della società In-Dent di viale Galilei ha lasciato “a bocca aperta” la numerosa clientela. Molti avevano già preso un finanziamento per pagare a rate le cure. A breve i macchinari in vendita
PRATO. Da un giorno all’altro decine di persone sono rimaste senza dentista, con gli interventi odontoiatrici a metà, e ora sono costrette a rivolgersi a un curatore fallimentare per tentare di recuperare in parte i soldi che avevano anticipato per gli interventi. È l’insolita vicenda della società In-Dent con sede in fondo a viale Galilei, che è stata dichiarata fallita lo scorso 11 gennaio dal giudice delegato Maria Novella Legnaioli. Formalmente si tratta di una società di servizi alla quale si appoggiavano alcuni dentisti a partita Iva, tra cui l’ex marito della socia accomandataria Francesca Salimbeni, Marco Bemer. Di fatto uno studio dentistico con una vasta platea di clienti che alla fine di novembre hanno scoperto che lo studio avrebbe chiuso di lì a breve. Ufficialmente per lavori di manutenzione interna straordinaria, in realtà perché la società aveva presentato istanza di fallimento in proprio.
Il fallimento di uno studio dentistico è un evento molto raro se non unico, almeno a Prato. La società in questione, peraltro, sembrava viaggiare a gonfie vele, con una solida clientela e una decina di collaboratori impegnati nei locali di viale Galilei 236. Per questo la notizia della chiusura e del successivo fallimento ha destato curiosità, oltre che lamentele da parte dei clienti, alcuni dei quali si sono rivolti all’avvocato William Dispoto per far valere i propri diritti. “Anch’io sono andato a farmi un intervento in quello studio – racconta uno dei clienti che abita a due passi dalla sede di In-Dent – Poi hanno chiuso e dissero che avrebbero riaperto entro il mese di marzo, ma siamo già aprile ed è ancora tutto chiuso”.
Rimarrà chiuso ancora per un po’, anche se il curatore fallimentare nominato dal giudice, Silvia Ballerini (che ha lo studio in viale della Repubblica 262, tel. 0574-550564), ha accelerato al massimo le procedure, “soprattutto nell’interesse dei clienti” spiega. Il prossimo 19 aprile è fissata la vendita della società. Si capirà insomma se ci sono altri professionisti interessati a rilevare l’attività. E il 23 aprile è fissata l’assemblea dei creditori per la verifica dello stato passivo. In quell’occasione clienti e fornitori potranno far valere i loro diritti. Una donna in particolare dice di aver anticipato diecimila euro e di essere rimasta senza cure.
All’avvocato Dispoto risulta che gran parte dei clienti avessero stipulato un finanziamento con la Kompass per pagare gli interventi a rate. Il sistema funziona così: la società finanziaria versa subito allo studio dentistico il totale della prestazione e poi incassa le rate. Essendo fallita la società In-Dent prima che gli interventi odontoiatrici fossero conclusi, molti clienti sono rimasti letteralmente a bocca aperta, e con le rate Kompass da pagare. Per questo l’avvocato sta trattando con la finanziaria per bloccare il pagamento delle rate ed evitare che i pazienti rimangano fregati due volte. In qualche caso ci è già riuscito.
“Io non sono affatto sparito e non ci sono procedimenti disciplinari nei miei confronti – spiega il dottor Marco Bemer, l’ex marito dell’amministratrice e uno dei dentisti che lavoravano in viale Galilei – Ora mi sono appoggiato in uno studio di via Bologna e ho prestato assistenza, spesso gratis, ai clienti dello studio di viale Galilei. Se poi questi devono recuperare delle somme già anticipate, possono solo insinuarsi nel fallimento. Con la signora che dice di aver anticipato migliaia di euro mi sono già scambiato diverse mail, mentre gli altri clienti sanno dove lavoro attualmente. Il problema è che all’ingresso dello studio di viale Galilei c’è ancora il mio nome con la qualifica di direttore sanitario, mentre in realtà non lo sono più dallo scorso 6 luglio. Ho chiesto di toglierlo ma finora non è stato possibile”. Il dottor Giuseppe Magro, presidente
della Commissione albo degli odontoiatri, dice di non essere a conoscenza di alcun procedimento disciplinare per questa vicenda. Procedimento di cui, eventualmente, non potrebbe parlare. Non resta che aspettare gli sviluppi del fallimento. E nel frattempo trovarsi un altro dentista.
Fonte: iltirreno.it