Ogni anno 4500 casi di cancro del cavo. Il vicepresidente nazionale dell’Associazione Italiana Odontoiatri apprezzato a Roma per l’iniziativa “Oral Care Total Care” che incentiva gli screening precoci delle lesioni orali
Sono 4.500 le diagnosi di tumore del cavo orale ogni anno in Italia: si sviluppa con maggior frequenza su lingua, mucose geniene, palato, labbra e gengive, ma può colpire anche ghiandole salivari e faringe. Lo screening precoce è fondamentale e adesso viene posto al centro dell’attenzione grazie al progetto “Oral Care Total Care” presentato a Palazzo Valentini a Roma, in occasione della Giornata mondiale per la promozione della salute orale. Ad illustrare l’iniziativa è stato il messinese David Rizzo, vicepresidente nazionale dell’Associazione Italiana Odontoiatri: una relazione dettagliata e particolarmente apprezzata dal ministro della Salute Orazio Schillaci che ha sottolineato nelle dichiarazioni alla stampa l’importanza di attuare un piano di “odontoiatria sociale”, dunque di maggiore accesso alle cure odontoiatriche alla luce dei numeri preoccupanti emersi su diversi fronti; ha ritenuto interessante il lavoro svolto dall’AIO per quanto riguarda le diagnosi precoci con vari spunti di riflessione, traducibili in concrete politiche e strategie di governo.
All’incontro hanno preso parte anche il componente del Consiglio Superiore di Sanità e consigliere per l’odontoiatria del Ministro della Salute Enrico Gherlone, i presidenti dei Corsi di Laurea in Odontoiatria delle Università capitoline Gabriella Galluccio (La Sapienza), Marco Gargari (Torvergata) Antonio D’Addona (Cattolica), i docenti Roberto Di Lenarda (presidente del Collegio dei Docenti CLOPD), Paola Cozza (UniCamillus) e Massimo Cordaro (Policlinico Gemelli).
L’età media dei pazienti con questa patologia è 64 anni e si contano circa 3.000 decessi annui. “Questo tipo di carcinoma – ha spiegato Rizzo – colpisce gli uomini in percentuale tripla rispetto alle donne, con rispettivamente 9 e 3 casi ogni 100 mila abitanti; è accertato in genere in fase avanzata, quando la terapia chirurgica richiede interventi mutilanti”. La diagnosi precoce dunque si rivela indispensabile e si traduce con un tasso di sopravvivenza del 90%, e in ciò il dentista svolge un ruolo chiave: “Nella prevenzione giocano un ruolo importante l’astensione dal fumo e dall’alcol – ha proseguito Rizzo – una diagnosi tardiva comporta un più alto tasso di mortalità e interventi invasivi con conseguenze estetiche e funzionali negative”. In gran parte le lesioni del cavo orale sono benigne e guariscono in circa due settimane, oggi esistono strumenti e tecnologie per evidenziare lesioni persistenti e sospette, cancerose e pre-cancerose. Il protocollo proposto da AIO utilizza l’autofluorescenza con molecole dei tessuti molli, fluorofori, in grado di assorbire la luce ad una determinata lunghezza d’onda ed emetterla ad una lunghezza d’onda maggiore, o minore autofluorescenza in caso di lesione sospetta. Dallo scorso novembre un gruppo di dentisti soci AIO, sta conducendo uno screening diagnostico sui pazienti con l’utilizzo di speciali occhiali dotati di particolari filtri ottici che valutano l’autofluorescenza sulle lesioni, seguendo un protocollo ben standardizzato. Il paziente con lesione persistente è indirizzato ad un controllo specialistico di secondo livello ed al prelievo bioptico in prospettiva del trattamento. A maggio saranno presentati i primi dati clinico-diagnostici, e ad ottobre 2023 al Congresso Nazionale AIO i primi dati statistici sulla fase test e verranno definiti gli obiettivi per uno screening su più larga scala.